Monologo Fagnani su Scuola

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Monologo Fagnani su scuola

Ciancio: "Studiare apre ad una reintegrazione differente"

TG24 by Unicusano




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Monologo Fagnani su scuola: l’unica possibilità di riscatto, e rinascita, è da ritrovarsi nella formazione. La scuola, al Festival di Sanremo 2023 è tornata, in diverse occasioni, questa volta se n’è parlato come luogo di riscatto. Ne abbiamo parlato ad Open Day, su Radio Cusano Campus, con Fabio Romano, presidente dell’associazione Incontro e Presenza e con Letizia Ciancio, psicologa e scrittrice. Abbiamo chiesto loro se è il riscatto, dopo un reato, o dopo un errore è possibile? “Dopo il reato bisogna cercare di non essere quello che è stato il tuo reato. Il problema dei minori è di accompagnarli in una riscoperta della vita, spesso sono persone che non hanno avuto la possibilità o la fortuna di avere chiaro chi sono, e cosa vogliono diventare, perché non hanno avuto maestri o adulti che li hanno accompagnati – ha detto Fabio Romano – bisognerebbe favorire gli incontri con adulti, persone che diano loro la possibilità di guardarsi diversamente come fino a quel momento. La sfida non è quella di insegnare una lezione lì dentro, ma di cercare di risvegliare quella parte umana, quel rischio educativo che ha contraddistinto la vita di alcuni di noi fuori. Questo desiderio può essere trasmesso con pazienza e costanza, e con sofferenza magari nello scoprirsi inadeguati, ma fa parte del gioco: l’importante è provare a cambiarli. Sono persone con un io fragile, ma che sicuramente hanno uno sguardo interessante e una capacità di prendere sul serio se stessi se presi seriamente. Se non li prendiamo seriamente non riescono a prendersi sul serio: questo è il problema”.

Monologo Fagnani su scuola: Il riscatto è interno ed esterno

Monologo Fagnani su scuola, in cosa consiste il riscatto? “Il riscatto è possibile, a maggior ragione se si tratta di ragazzi così giovani che compiuto errori alle volte anche con una certa banalità. Si parla della banalità del male, fatta di mancanza di senso e significato, fa sì che questi ragazzi non si rendano conto di quello che stanno facendo. Non riescono a mettersi nei panni dell’altro. Ci sono una serie di competenze di base che mancano da un punto di vista emozionale. Il riscatto interno è sempre possibile, il riscatto esterno che è conseguenza di quello interno dipende da una serie di fattori che non sono sotto il controllo del ragazzo – ha osservato la dottoressa Ciancio – magari i ragazzi riescono a sviluppare un senso della vita una conoscenza di sé più sviluppata di quanto non fosse prima, poi rientrano nel contesto di provenienza, dove questo lavoro non è stato fatto e non è detto che si riesca ad evolvere. Per questo è importante fare un lavoro di sistema, oltre che un lavoro di prevenzione e sistema ex-post, in modo tale che tutto quello che è stato fatto in carcere come recupero non venga vanificato da quello che i ragazzi trovano all’esterno”.

Il problema della formazione e delle cure mediche

Immettere una persona che ha commesso reati gravi vuol dire aiutarla a tornare in sé, farla crescere. Alle volte ci cambiano gli incontri “con un mentore, magari o aver visto un film illuminante. Viviamo in una società dove tutto è legato all’apparenza e modelli stereotipati. I ragazzi nel raccontarsi mancano di riconoscimento, alcuni di loro hanno dichiarato volevo essere visto. Ritengo pertanto che il saper fare sia basilare – ha aggiunto Letizia Ciancio – molti di loro sono bravissimi nel lavoro manuale, è un’occasione di riconoscenza che li porta a vedersi con altri occhi”. In conclusione sul tema il presidente dell’associazione Incontro e Presenza ha fatto notare che il riscatto può avvenire in due modi: attraverso la scuola, e con le cure mediche. “La popolazione carceraria è cambiata, molti sono stranieri, e devono osservare percorsi brevi, altri invece sono persone con problematiche psichiatriche. Lo studio è un passaggio importante per riaprirsi alla vita. La scuola permette una reintegrazione sociale differente. Mentre l’aspetto sanitario è di pensare e ripensare la detenzione sotto questo punto vista, si rischia di mettere nella società persone problematiche, con problemi destinati a venir fuori comunque.”




Source:
TG24 by Unicusano



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